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LA CRESCENTE ATTENZIONE AL PERICOLO DI ESPLOSIONE NEGLI IMPIANTI INDUSTRIALI. CEMENTIFICI E FALEGNAMERIE

Il pericolo di esplosione viene considerato nell’ambito della sicurezza di impianti e siti produttivi. Il principio generale di base è di natura chimica (reazione di combustione), le implicazioni di carattere tecnico e normativo sono vaste.

Il rischio di innesco dell’atmosfera potenzialmente esplosiva può derivare dal funzionamento di apparecchiature, macchine, impianti e necessita di protezione, che si raggiunge attraverso la conformità ai requisiti tecnici di sicurezza imposti dalla DIRETTIVA 2014/34/UE del 26 febbraio 2014 concernente l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva.

La conformità alla Direttiva 2014/34/UE è necessaria per la libera circolazione dei prodotti, se destinati ad essere utilizzati in presenza di atmosfera potenzialmente esplosiva, all’interno della Comunità Europea.

La suddetta Direttiva Comunitaria è di «nuovo approccio», ovvero la conformità di un prodotto alla stessa è normalmente garantita dalla conformità agli Standard Armonizzati applicabili.

Gli Standard Armonizzati inerenti al pericolo di esplosione sono numerosi e contemplano molteplici tipologie di prodotti, secondo il metodo più adatto per renderli sicuri (in gergo detto “modo di protezione”) rispetto ai rischi che da essi possono derivare.

Per l’accesso ai diversi mercati internazionali è necessaria la conformità ad altri schemi come ad esempio quello IEC Ex. Anche i suddetti schemi si basano, per la presunzione di conformità dei prodotti, su standard tecnici, spesso dai medesimi contenuti tecnici di quelli comunitari.

I settori interessati sono tutti quelli che trattano, processano, producono sostanze potenzialmente esplosive, sia gas che polveri.

Lo spettro di applicazione della Direttiva 2014/34/UE diviene progressivamente più ampio in luce della crescente attenzione all’individuazione delle caratteristiche di esplodibilità di gas e polveri e quindi a favore di una maggiore sicurezza dei lavoratori.

L’aggiunta di additivi chimici potenzialmente esplosivi, ad esempio nella produzione del cemento, fa si che i relativi impianti debbano essere adeguati rispetto al pericolo di esplosione.

Viene posta sempre una maggiore attenzione al rischio di esplosione connesso alle lavorazioni del legno (taglio, la foratura, la piallatura, la fresatura, tornitura) che producono sia trucioli, sia polveri leggere, normalmente trasportate dall’aria formando nubi e, in caso di deposito al suolo, strati di polveri. Molte macchine per la lavorazione del legno devono essere conformi alla Direttiva 2014/34/UE per poter essere utilizzate nelle zone a rischio delle falegnamerie. Anche nel settore della lavorazione del legno, occorre considerare le operazioni di finitura dei prodotti quando esse prevedono, come molto spesso accade, l’impiego di vernici infiammabili in grado di generare un rischio di esplosione legato alla presenza di gas e polveri combustibili.

Le apparecchiature installate in cementifici e falegnamerie, dove sussiste il rischio di esplosione, devono essere conformi alla Direttiva 2014/34/UE e possono avere diversa collocazione in relazione al processo: parti dell’impianto quali pompe, ventilatori, valvole, strumenti, sensori, motori elettrici, riduttori ecc. oppure elementi al contorno quali apparecchiature di illuminazione, strumenti per il controllo/manutenzione, mezzi per il trasporto di materiali ecc.

Tutti i prodotti devono essere progettati, costruiti, valutati e certificati da Ente Terzo (o autocertificati dallo stesso produttore) in considerazione della pericolosità della zona di installazione prevista

In questo contesto, relativo alla protezione dai rischi di esplosione, ANCCP, attraverso il consorzio CEC di cui è parte, si colloca come partner per i Fabbricanti che necessitino di certificare i propri prodotti in conformità alla Direttiva 2014/34/UE.

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